IWW
Stiamo lavorando ad un pezzo nuovo, o meglio, relativamente nuovo nel senso che esiste da un po’ come abbozzo ma visti i tempi che abbiamo, solo ora sta prendendo la forma definitiva. Si intitola IWW ed è ispirato da due libri: "Noi saremo tutto" di V. Evangelisti e "Dynamite – la storia della violenza di classe in America" di Louise Adamic. Il primo non ha bisogno di presentazioni credo, il suo è noir storico-politico che racconta i movimenti operai statunitensi attraverso gli occhi di un infame, rinnegato, mafioso, misogino, e le sue imprese al servizio dei padroni; il secondo è un saggio non facilmente reperibile scritto da un militante del sindacalismo rivoluzionario statunitense di origini slovene, pubblicato in Italia da Libri Rossi nel 1977, che ripercorre l’epopea del conflitto di classe in America dalla fine del Ottocento fino agli anni venti. IWW, più che un organizzazione sindacale si presentava come un movimento sociale, nato nel 1905 dall’unione di correnti socialiste più radicali, anarchici e diversi sindacati appartenenti al settore minerario, tessile e portuale. Perchè parlare degli IWW? Perchè agli albori dell’epoca delle grandi ideologie e successivamente dei dogmi marxisti, loro erano realmente una struttura orizzontale, di ispirazione libertaria, creativa nei modi d’azione e con pochi dogmatismi. Hanno anticipato molte cose e sono stati innovativi sotto diversi aspetti: l’intuizione sulla centralità del lavoro migrante, il ruolo importantissimo che si erano conquistate le donne all’interno dell’organizzazione, la straordinaria capacità comunicativa in qualche modo proto-mediattivista con ampio uso di fumetti, satira, musica, giornali ecc. e infine il rifiuto dello scontro armato a favore del sabotaggio e dell’azione diretta. In qualche modo si trovano diverse analogie con i movimenti attuali e se c’è un mito fondativo che gli si addice questo è la storia dei wobblies e non certo dei boscevichi. Ecco il testo che voleva apparire come se fosse stato scritto in quell’epoca.
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